Riforma dello sport a Catanzaro: esperti a confronto con Confartigianato e ANCoS Aps
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La riforma dello sport richiede una svolta culturale e organizzativa per assicurare ambienti più sicuri e professionali, soprattutto per i giovani. Questo il messaggio principale emerso durante il confronto tra esperti promosso da Confartigianato Sport e ANCoS Catanzaro a Catanzaro.
Competenze e strumenti per il futuro dello sport
Paolo Manfredi, responsabile nazionale di Confartigianato Sport, ha aperto il dibattito sottolineando che “l’improvvisazione nello sport non è più accettabile. Servono strumenti concreti e trasparenza. Anche le associazioni dilettantistiche devono operare con mentalità imprenditoriale“. Confartigianato Sport punta a supportare le realtà sportive nel necessario processo di maturazione gestionale e culturale.
Una riforma ancora da perfezionare
Renato Rolla, vice presidente ANCoS Aps, ha evidenziato le luci e ombre del Decreto Legislativo 36/2021: “Si tratta di una riforma in divenire, con qualche criticità. Il vero cambiamento è culturale oltre che normativo“. Occorre realizzare modelli organizzativi chiari, codici etici efficaci e strumenti di tutela, specie verso le categorie più vulnerabili.

Obblighi contrattuali e tutela dei collaboratori
Simone Rea e Gabriele Longo, consulenti del lavoro di Confartigianato Piemonte Orientale, hanno affrontato gli obblighi della riforma, insistendo sull’importanza della corretta contrattualizzazione dei collaboratori sportivi: “Ogni collaborazione sportiva deve prevedere comunicazioni obbligatorie al Registro delle Attività Sportive Dilettantistiche (RASD) e regolari versamenti contributivi“. Longo ha ricordato infine il nodo di tutelare adeguatamente i volontari.
Safeguarding: una responsabilità non burocratica
Fabio Fraternali, docente all’Università di Bologna, ha concluso con un intervento incisivo sul tema del safeguarding, ovvero la tutela dei minori nello sport: “Non si tratta di un semplice obbligo burocratico, ma di una promessa di protezione concreta. Quasi 4 giovani su 10 hanno subito abusi, un dato preoccupante e richiede azioni immediate“. Entro il 31 dicembre 2024, ogni associazione sportiva avrebbe dovuto nominare un responsabile safeguarding indipendente e adeguatamente formato per la tutela.
Fraternali ha ribadito “educare allenatori, dirigenti e famiglie per rendere lo sport un ambiente veramente sicuro, inclusivo e giusto“.