Convegno “Via Col Vento”: sintomi, terapie e l’importanza dello sport per i malati di Parkinson

Il 13 Maggio scorso, presso l’oratorio di Sant’Elia a Cagliari si è svolto il convegno di informazione e sensibilizzazione sul Parkinson “Via Col Vento” realizzato grazie al comitato ANCoS Aps Cagliari con la collaborazione di Confartigianato Imprese Sud Sardegna.

Ha aperto il Convegno il presidente provinciale ANCoS, Pietro Paolo Spada affermando che ha voluto appoggiare subito l’iniziativa della volontaria del servizio civile Silvia Vacca di organizzare questo incontro, riferendosi a progetti passati sul tema dell’Alzheimer.

In Sardegna è presente una grave mancanza di servizi specifici per queste patologie neurodegenerative, insufficienti per soddisfare le esigenze del gran numero di malati di Parkinson, sottolinea il presidente Spada.

Silvia Vacca, moderatrice del convegno, ringraziando ospiti e relatori, ha voluto specificare l’importanza di questi incontri informativi sia per i pazienti e loro familiari, ma anche per le varie figure professionali.

Il primo relatore è stato il Dottor Vincenzo Mascia, neurologo e consigliere nazionale dell’Ainat. Il dott. Mascia ha voluto si da subito spiegare cos’è il Parkinson, i sintomi comuni e regressione della malattia, introducendo il discorso sul tema dello sport come terapia, tema ripreso poi, dalla Dottoressa Lucia Cugusi fisioterapista e ricercatrice universitaria a Sassari.

La dottoressa Cugusi, attraverso slide illustrative e ben dettagliate, ha sottolineato come la danza possa diventare terapia, illustrando i risultati ottenuti grazie a progetti realizzati.

Dopo una pausa caffè in cui c’è stata la possibilità di conoscersi e avere un confronto con gli ospiti (membri di associazioni, medici, pazienti, familiari, studenti e altre figure professionali) si è passati al tema sport come terapia in modo più specifico.

La seconda parte del convegno è iniziata con l’intervento online della dott.ssa Annalisa Mambrini educatrice professionale, pedagogista clinica a Sassari. La dott.ssa Mambrini ha così condiviso un video, dove pazienti con il Parkinson ballando soprattutto balli di coppia, da un primo momento di loro difficoltà nel seguire i passi all’inizio, hanno ottenuto una evoluzione in positivo, dopo alcune lezioni. Questo grazie anche alla forza di volontà che porta a una maggiore sicurezza, dando quindi la possibilità di una riacquisizione della coordinazione attraverso queste attività.

Giorgio Cuccu tecnico federale della federazione pugilistica italiana nonché fondatore e gestore della Boxing club Sant’Elia, ha parlato delle sue esperienze avendo lavorato 20 anni in un centro sportivo dove ha avuto l’occasione di far praticare la boxe senza contatto, ad atleti di età avanzata, dimostrando l’efficacia di questi allenamenti.

Grazie ad una appropriata preparazione boxe, afferma Giorgio Cuccu, si può rallentare le malattie neurologiche e ad avere una maggiore coordinazione e memoria muscolare, a conferma di questo ha mostrato alcune iniziative nate prima negli Stati Uniti e da qualche anno anche in Italia.

A seguire l’intervento di Marco Fadda, Presidente del Vela club Cagliari, che si occupa di corsi di vela d’altura, formazione e promozione della vela a Cagliari. Marco Fadda ha proposto un corso di vela creato ad hoc insieme a un neurologo per i pazienti con Parkinson e ha parlato dell’importanza di praticare la vela per pazienti con patologie neurodegenerative perché la barca non avendo una superficie stabile obbliga inconsapevolmente il paziente a coordinarsi.

Nicola Modugno neurologo e presidente della Parkinzone Onlus, ha mostrato delle slide intitolate “Esercizio fisico: dalle evidenze scientifiche alla pratica clinica” spiegando come lavora la sua onlus e l’associazione Limpe sia a livello nazionale che internazionale.

Le attività sportive possono essere considerate delle vere e proprie attività prescrivibili alla malattia come il Parkinson e altre patologie neurodegenerative.

Ormai sappiamo che le terapie via via col tempo diventano sempre più importanti, ed è per questo che bisogna andare oltre e colmare le lacune presenti. Le attività sportive possono migliorare i sintomi, i problemi come “freezing” ovvero il fenomeno per cui improvvisamente sentono di avere i piedi incollati al pavimento e non riescono più a camminare.

Le cure farmacologiche, riabilitative e chirurgiche purtroppo non bastano e stanno cercando di trovare come comunità scientifica dei mezzi a disposizione dei pazienti per migliorare, colmare e prolungare i benefici clinici che si ricevono dalle terapie convenzionali.

Al termine, alcune raccomandazioni che sono state pubblicate dagli USA su come possa essere effettuata la pratica sportiva per i malati di Parkinson da leggera a severa, quanti giorni alla settimana e il tipo di lavoro da fare, non ci sono dei limiti. La possibilità quindi di svolgere attività seguite da pause, anche intensiva, estendendole ad ogni tipo di paziente che sia a uno stadio medio della malattia.

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