Orologio astronomico della Fraternita dei Laici

Il restauro del quadrante dell'orologio astronomico ad Arezzo

Il progetto

I lavori di restauro dell’orologio astronomico

L’orologio astronomico, dopo più di quattro secoli di funzionamento, ha subito diversi interventi di restauro, sia per il quadrante, sia per il meccanismo. Il primo restauro documentato risale al 1745, quando fu aggiunto il pendolo per migliorare la precisione dell’orologio. Successivamente, nel 1826, fu sostituito il quadrante originale, in legno e rame, con uno in pietra serena, più resistente alle intemperie. Nel 1898, fu rifatta la sfera lunare, che era stata danneggiata da un fulmine. Nel 1927, fu restaurato il meccanismo, che era stato fermato dalla prima guerra mondiale. Nel 1998, fu effettuato un restauro conservativo dell’intero orologio, che ne ripristinò la funzionalità e la bellezza.

L’ultimo restauro, terminato nel 2023, ha riguardato il quadrante dell’orologio, che presentava segni di degrado e alterazione cromatica. Il restauro, condotto dallo Studio Tre con la supervisione della Soprintendenza, ha recuperato l’originale bicromia azzurro e oro del quadrante, ripulito le sfere di rame e bronzo, consolidato le stuccature e integrato i colori deteriorati, pulito e consolidato l’arenaria serena usata nei precedenti restauri e protetto l’arenaria macigno originaria, impedendo ulteriori distacchi. Il restauro è stato possibile grazie al contributo del 5x1000 dell’Associazione Nazionale Comunità Sociali e Sportive (Ancos), che ha voluto sostenere la valorizzazione di un patrimonio storico e artistico della città di Arezzo.

L’orologio astronomico fu commissionato dalla Fraternita dei Laici, un’antica istituzione laica nata nel 1260 per promuovere la cultura, l’arte e la solidarietà nella città di Arezzo. La Fraternita aveva la sua sede nel Palazzo della Fraternita, un elegante edificio in stile gotico e rinascimentale che si affaccia su Piazza Grande, il cuore della vita civica e commerciale aretina.

Nel 1550, la Fraternita decise di dotare il suo palazzo di un orologio astronomico, sia per testimoniare la sua ricchezza e il suo prestigio, sia per aiutare i lavori agricoli della popolazione, regolati dalle fasi lunari. Per realizzare questo capolavoro, la Fraternita affidò l’incarico al maestro orologiaio Felice di Salvatore Vannucci da Fossato, che lo consegnò nel 1552, dopo aver ricevuto 55 scudi d’oro.

L’orologio astronomico fu collocato nella vela campanaria del palazzo, sopra il portale d’ingresso, dove ancora oggi si può ammirare. Secondo una leggenda, il Vannucci fu accecato o ucciso dai committenti dopo aver terminato l’opera, per impedirgli di riprodurla altrove. In realtà, il Vannucci continuò a vivere e a lavorare come orologiaio, e morì nel 1577.

Il restauro del quadrante dell'orologio astronomico ad Arezzo

Le caratteristiche dell’orologio astronomico

L’orologio astronomico di Arezzo è un’opera unica nel suo genere, sia per le sue dimensioni, sia per i suoi meccanismi. Si tratta infatti dell’unico orologio astronomico in Italia con un quadrante di oltre due metri di diametro, e dell’ultimo al mondo ancora a carica manuale.

L’orologio è composto da due quadranti concentrici: il quadrante interno, che indica le ore e le mezze, e il quadrante esterno, che mostra il movimento del Sole e della Luna attorno alla Terra, secondo la visione geocentrica di Tolomeo. Il quadrante interno ha una sola lancetta, che si muove in senso antiorario, e 24 numeri romani, che indicano le ore italiane, cioè quelle che vanno dal tramonto al tramonto successivo. Il quadrante esterno ha due sfere, una dorata che rappresenta il Sole, e una nera e oro che rappresenta la Luna. La sfera solare si muove di un grado al giorno, seguendo lo zodiaco, mentre la sfera lunare si muove di 13 gradi al giorno, mostrando le sue fasi. Entrambe le sfere ruotano attorno alla Terra, che è fissa al centro del quadrante e ha la forma di un globo con i continenti dipinti.

L’orologio è azionato da un complesso meccanismo di ingranaggi, pesi e corde, che si trova all’interno del palazzo e che deve essere ricaricato manualmente ogni giorno con una manovella. Il meccanismo trasmette il moto alla lancetta e alle sfere, e attiva anche i tiranti che fanno suonare le campane della torre. Le campane sono tre: quella centrale, del 1551, che batte le ore e le mezze; quella di sinistra, del 1300, che suona i quarti; e quella di destra, del 1551, che accompagna la prima ogni quarto.

L’orologio è dotato anche di una meridiana, che si trova sul lato sinistro del quadrante, e che serve a regolare la precisione dell’indicazione dell’ora. La meridiana è formata da una linea retta, che indica il mezzogiorno solare, e da una linea curva, che indica il mezzogiorno civile. La differenza tra le due linee dipende dall’equazione del tempo, cioè dalla variazione della durata del giorno solare nel corso dell’anno. La meridiana ha perso la sua funzione originale con l’aggiunta del pendolo, avvenuta nel 1745.

Note

Anno finanziario: 2020 – Importo finanziato: € 15.000

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