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Recupero e messa in sicurezza Archivio fotografico storico Arezzo
Dal 2015 ANCoS di Arezzo gestisce, insieme al socio affiliato Foto Club “La Chimera”, l’Archivio Storico Fotografico Aretino, liberamente consultabile dal portale di Confartigianato nel sito archiviostoricofotografico.it.
Questo Archivio dispone, tra l’altro, del Fondo Fotografico Tavanti composto da una notevole quantità di negativi su lastre di vetro di misure diverse che variano da 13×18 cm a 21×27 cm. e rappresentano soggetti ripresi nei primi decenni del 1900 in gran parte dai fotografi Luci, Gaburri e Malatesti.
Una parte consistente di queste grandi lastre fu analizzata dalla Università degli Studi di Siena tra il 2004 e il 2006, quando ne furono restaurate, inventariate e catalogate 958, la maggior parte nel formato 18×24 cm.
Furono anche correttamente archiviate. Ogni lastra fu collocata in una busta a 4 falde e posta, insieme ad altre, in una scatola dedicata. Le buste e le scatole furono fornite da una ditta specializzata nella produzione di articoli per l’archiviazione di materiale storico. L’intervento si interruppe per mancanza di finanziamenti, perciò l’Università poté solo limitarsi a classificare il resto delle lastre di cui disponeva e che fu, successivamente, collocato in contenitori di P.V.C. (portacarte) dove tuttora si trova.
Il materiale residuo, non trattato dall’Università, è rimasto contenuto nelle casse di legno originali dell’epoca e, a seguito dei vari spostamenti subiti, risulta in parte notevolmente danneggiato.
Questo materiale è posto nei contenitori in senso verticale, perciò gli spostamenti subiti nel tempo hanno provocato lesioni al vetro e distacco dell’emulsione. Il fenomeno è più marcato nelle lastre alloggiate nelle casse che pesano circa 20 Kg e sono di difficile movimentazione.
L’ANCoS pertanto, ha deliberato di mettere a disposizione dell’Archivio un contributo mirato a consentire, con urgenza, la messa in sicurezza di tutte le lastre che si trovano nelle grandi casse e nei portacarte di P.V.C., per scongiurare il pericolo di perdere irrimediabilmente un importantissimo patrimonio della storia del territorio aretino e della sua gente.
Gli esperti coinvolti procederanno con le stesse modalità a suo tempo adottate dall’Università di Siena considerando, a distanza di circa 15 anni, gli ottimi risultati di conservazione ottenuti.
L’intervento finanziato, nello specifico, ha l’obiettivo di mettere in sicurezza ogni lastra, ottenerne una immagine digitale e archiviarla, manipolandola una sola volta e per il minor tempo possibile.
Dato che la scansione di materiale trasparente di formato A4 (21×29,7 cm) richiede scanner molto costosi e tempi lunghi di esecuzione, la soluzione più rapida, semplice e di costi ragionevoli per ottenere una immagine digitale di ogni lastra, è quella di fotografarla con idonea apparecchiatura. Ottenuta la fotografia, la lastra sarà posta in una speciale busta a quattro ante, numerata e quindi inserita in un’apposita scatola di idonee dimensioni per essere definitivamente archiviata.
La stampa della fotografia in formato A5 consentirà successivamente di identificare e classificare il soggetto ritratto, valutarne l’importanza e decidere se procedere eventualmente al restauro e commissionarne una scansione professionale ad alta risoluzione.
5×1000
Anno finanziario: 2019 – Importo finanziato: € 7.498
2×1000
Anno finanziario: 2021 – Importo finanziato: € 2.745