Rigenerare la Partecipazione. Giovani e Servizio Civile nella prospettiva europea
Rigenerare la partecipazione: Giovani e Servizio Civile nella prospettiva europea, questo il titolo dei due giorni di incontro e confronto organizzati a Milano il 30 e 31 ottobre dal Ministero delle Politiche sociali in collaborazione con Vita nell’ambito del semestre europeo.
Il tema, quanto mai attuale, è infatti uno dei punti cardine della proposta di Riforma del Terzo Settore e rappresenta un elemento chiave nella definizione delle prospettive di partecipazione, responsabilità, coesione e cittadinanza attiva fra i giovani, concetti fondamentali negli attuali e prossimi programmi europei.
Numerosi sono stati gli interventi, le testimonianze, i gruppi di lavoro ed i momenti di confronto proposti: molti gli esperti internazionali presenti, altrettanti i giovani coinvolti direttamente o indirettamente a più livelli.
In sintesi, i temi trattati, suddivisi per macro aree, possono riassumersi come segue:
- Partecipazione ed educazione
- Scuola aperta. La scuola non è più solo il luogo dell’apprendimento inteso in senso tradizionale, ma diventa sempre più luogo di partecipazione, cioè di costruzione e condivisione di valori, con una forte valenza educativa.
- Sapere non soltanto teorico. Occorre recuperare la tradizione europea della “bottega” e dell’apprendistato sui banchi di scuola, attraverso percorsi di formazione professionale e alternanza scuola-lavoro per offrire ai giovani l’opportunità di comprendere il mondo del lavoro, partecipare alle sue dinamiche e diventare cittadini attivi e responsabili.
- Lotta alla dispersione scolastica. Partecipazione vuol dire anche investimenti e adozione di misure efficaci e mirate in questa direzione.
- Tirocini e stage obbligatori in associazioni di volontariato nel corso dell’anno scolastico. Numerose esperienze europee in quest’ambito hanno dimostrato l’efficacia della partecipazione civile da parte dei ragazzi in età scolare. Il servizio civile europeo – universale e non retribuito – è una misura vista con favore all’interno di questa cornice, un po’ come l’Erasmus per il mondo accademico.
- Responsabilità degli adulti coinvolti nel processo educativo dei giovani. Genitori, docenti, dirigenti scolastici, educatori devono essere sostenuti anche dalle istituzioni nello svolgimento di questo ruolo decisivo.
- Partecipazione e volontariato
- Valore della formazione e dell’apprendimento non formale. La singola esperienza di volontariato e l’impatto della stessa sulla persona dovrebbero dar vita ad un momento di successiva ‘restituzione’ del vissuto, in modo che i valori acquisiti e condivisi nel corso dell’esperienza vengano messi in circolo e arricchiscano non solo il singolo, ma l’intera comunità in cui vive.
- Pari opportunità nel volontariato. E’ importante coinvolgere in queste esperienze di crescita e arricchimento personale e collettivo anche le fasce di popolazione più fragili e le aree a maggior rischio sociale.
- Regolare i rapporti nelle reti associative. Le relazioni che si instaurano all’interno dei network dovrebbero essere accompagnate dalla stipula di protocolli comuni con regole d’azione ben precise e riconosciute da tutti, anche per favorire trasparenza, chiarezza e condivisione di valori e mission.
- Social innovation. Per dare il giusto peso al ruolo del volontariato e della sua partecipazione politica, è necessario che le risorse coinvolte siano sempre più quantificabili in termini di dati economici ai differenti livelli.
- Valorizzazione e potenziamento del Servizio volontario europeo e del Servizio Civile. Si tratta di scelte mirate a favorire la partecipazione, la responsabilità condivisa e a stimolare – soprattutto fra i giovani – il sentirsi parte di una cittadinanza più estesa di quella locale o nazionale.
- Partecipazione e Network: Il network è fondamentale per creare comunità e risolvere gran parte dei problemi sociali. Perché sia visto come un’opportunità da tutti sono state individuate, nel corso dell’evento, tre linee di azione principali su cui sviluppare politiche comuni:
- Promozione dell’accesso tecnologico alle fasce di popolazione che ne sono escluse.
- Colmare le differenze di genere esistenti.
- Condividere esperienze di partecipazione e volontariato a livello europeo.
- Partecipazione e Servizio Civile: Perché puntare sul servizio civile Europeo? Il servizio civile è un’opportunità importante per rispondere in modo efficace a molte fragilità europee. In primis per colmare la distanza fra le istituzioni e i cittadini, ma anche per creare una cultura di cittadinanza attiva, una cultura condivisa della mediazione, una più profonda conoscenza reciproca in un momento così delicato. Inoltre, il servizio civile serve per formare e avviare nuove competenze nel campo del welfare di settore e non solo, dato che la richiesta di risposte e soluzioni adeguate in quest’ambito crescerà inevitabilmente nel prossimo futuro.
Obiettivo: Far si che la Commissione europea nel 2020 preveda un budget dedicato al servizio civile universale europeo.
Modalità e azioni: Creare reti internazionali fra gli enti della società civile dei diversi Paesi europei, ma anche stringere alleanze con mondi non direttamente coinvolti nel servizio civile: scuola, università, mondo produttivo, per fare in modo che l’esperienza di servizio civile acquisti valore anche a livello formativo, curriculare e professionale. L’Italia, con la riforma del servizio civile, potrà guidare questo processo attraverso l’avvio di sperimentazioni esportabili oltre confine. Il programma garanzia giovani in questo senso rappresenta un utile banco di prova.
Principio guida: L’universalità del servizio civile: tutti i ragazzi e i cittadini europei che desiderino fare un’esperienza di questo tipo devono essere messi in condizione di accedervi. Punto di partenza: E’ importante considerare che non si parte da zero. Il nuovo servizio civile europeo si inserisce infatti in un contesto “esperto”, in cui le politiche di settore sono numerose e variegate. Servirebbe una messa a sistema in senso evolutivo dell’esistente – mantenendo le unicità, ma aprendosi all’Europa – a partire dal servizio volontario europeo. Il dibattito è aperto. I punti di vista, per quanto differenti, trovano un punto di incontro nel considerare la comunità e la corresponsabilità come risposte necessarie alla crisi economica e sociale dilagante.